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Se il cancro sfugge all'esame


Secondo una recente ricerca effettuata all'Università di Saint Louis, l'8% dei tumori sfugge alle più comuni indagini di diagnostica per immagini come lastre, TAC e PET, perché effettuate in zone del corpo del paziente diverse da quelle in cui si trova il tumore.



L'esperienza di Medhat Osman, Direttore del Reparto di PET Imaging dell'omonima università, ha consolidato in lui l'idea che sia necessario utilizzare più spesso esami "total body", quasi in maniera standardizzata quando si tratti di un sospetto tumore, nonostante una simile procedura aumenti notevolmente i costi. Ma davvero è così frequente trovare un tumore dove non ci si aspetta che sia?



Risponde Carlo Emanuele Neumaier, Direttore della Struttura Complessa Diagnostica per Immagini dell'Istituto dei Tumori di Genova: "Bisogna distinguere tra i diversi tipi di indagine disponibili in ambito radiologico: se parliamo di un paziente oncologico, specialmente per alcuni tipi di tumore soggetti a produrre metastasi, eseguire una indagine totale ha un suo senso e può giustificare un costo che, a seconda delle strutture può arrivare anche a 2mila euro".



Diverso invece è l'approccio americano, ossia quello di usare la TAC senza mezzo di contrasto come screening di massa, una pratica che apre la porta a vari ordini di problemi: la presenza di falsi negativi (ossia eventuali lesioni non vengono identificate) ma anche falsi positivi (può capitare ad esempio che una cisti renale venga "interpretata" come un tumore quando non lo è).



"Al contrario, usare queste metodiche in maniera mirata", prosegue Neumaier, "significa raccogliere un maggior numero di informazioni sul tumore, in modo da scegliere la strategia terapeutica più efficace per combatterlo. Mi spiego meglio: la TAC-PET associa un esame di tipo "funzionale" che raccoglie dati sul metabolismo di una lesione ad uno che dice l'esatta localizzazione di esso.
Bombardare un corpo sano con radiazioni ionizzanti quando non sia necessario è insensato. In più le TAC di ultima generazione hanno aumentato la quantità di raggi X emessa: serve cautela".


28/10/2005

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